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La produzione mondiale di pomodoro non basta a soddisfare i consumi in crescita


La produzione mondiale di pomodoro da industria è passata dai 423 milioni di quintali del 2009 ai 332 milioni di quintali del 2013 , mentre il consumo mondiale di derivati di pomodoro si attesta su un quantitativo equivalente a quello derivante dalla trasformazione di 380 milioni di pomodoro fresco da industria. Ciò significa che per il prossimo anno sarebbe necessario aumentare la produzione mondiale di circa 50 milioni di quintali.Questo emerge da dati AMITOM e dalla principale organizzazione mondiale di scienze ortofrutticole ISHS ed è evidente che nel prossimo futuro bisogna tenere in considerazione la crescita dei consumi di derivati di pomodoro che si potrebbe registrare nei paesi asiatici e dell’estremo oriente : questa grossa opportunità dovrebbe essere analizzata con attenzione nel caso di alcuni paesi come l’India e la Cina, nazioni in cui, per il momento, il consumo pro-capite è solo di 200 grammi ( rispetto a un consumo medio mondiale di 5,8 kilogrammi pro-capite), ma nel contempo sono nazioni con popolazione a nove zeri con rapidi trend di sviluppo sociale.Particolare attenzione a questo aspetto deve essere dato dall’Italia , che preceduta dalla California, nel 2012 e 2103 è tornata ad essere il secondo produttore mondiale di pomodoro e che del quantitativo prodotto e trasformato ne esporta circa il 55% per un controvalore di oltre un miliardo di euro. Nel nostro Paese per il 2013 la produzione complessiva si è attestata su 40 milioni e 800 mila quintali , coltivati su 58.000 ettari di cui circa 20.000 in provincia di Foggia e territori limitrofi, mentre per il 2014 la previsione è di 48 milioni di quintali .Se le ipotesi dell’AMITOM sono fondate, questa previsione in aumento di 8 milioni di quintali non dovrebbe preoccupare particolarmente un Paese che è secondo produttore mondiale e che avvia il 55 % della sua produzione all’export , ma nel contempo bisogna prendere atto che l’attuale governo, nelle ultime decisioni in merito all’opportunità di utilizzo dei fondi Pac destinabili all’accoppiato, non si sforza più di tanto ad aiutare un comparto agroindustriale che non solo mantiene una ottima posizione nell’ export , ma in alcuni areali del Paese riveste un ruolo determinante da un punto di vista economico e sociale.




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